Tra le patologie più diffuse in Italia tra la popolazione adulta occupano un posto di primaria importanza le patologie cardiovascolari. In questo articolo si cercherà di fare un po’ di chiarezza sull’argomento e fornire degli spunti di prevenzione con il dottor Peci Paolo, primario del reparto di cardiologia presso il Policlinico San Pietro di Ponte san Pietro (BG) e titolare dell’ambulatorio di cardiologia presso Medical Lab di Chiuduno (BG).
Il sistema cardiovascolare è formato da una pompa meccanica, il cuore, da cui parte un sistema di vasi (l’aorta e le altre grandi arterie) che progressivamente si dividono in condotti sempre più piccoli (arterie di medie dimensioni e arteriole) fino a vasi dalla parete strettissima (i capillari).
La principale funzione del sistema cardiovascolare è quella di trasportare alle cellule di tutto il corpo il sangue ricco di ossigeno e le sostanze nutritive; provvede, inoltre, attraverso il sistema venoso, a smaltire l’anidride carbonica e le sostanze di rifiuto prodotte dalle cellule.
Le malattie cardiovascolari sono le patologie che colpiscono il cuore e/o i vasi sanguigni. La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Ciascuno di noi deve avere una certa pressione sanguigna perché il sangue possa raggiungere gli organi e i muscoli del corpo. La pressione sanguigna si misura in millimetri di mercurio (mmHg) e il valore è dato da due numeri: il primo è la pressione sistolica (massima), il secondo è la pressione diastolica (minima). Il valore della pressione varia normalmente nel corso della giornata: aumenta con lo sforzo, le emozioni, il freddo o il dolore e diminuisce con il riposo e il sonno.
LE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità nel mondo e di ospedalizzazione in Italia. I danni a carico del sistema cardiovascolare possono determinare in alcuni distretti corporei uno scarso afflusso di sangue (ischemia), situazione in cui le cellule che lo costituiscono vanno rapidamente incontro a carenza di ossigeno. L’ischemia prolungata nel tempo può causare la morte di una parte dell’organo. L’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio sono le più gravi malattie cardiovascolari. Nel primo caso la malattia determina una riduzione di sangue a livello di una zona del cervello; nel secondo caso si ha l’ostruzione di uno dei vasi sanguigni (coronarie) che portano nutrimento e ossigeno alle cellule del cuore. L’infarto cardiaco rende più difficile il lavoro di pompa e questo può determinare uno scarso afflusso di sangue anche in altri distretti corporei. Hanno importanti ripercussioni sulla qualità della vita, capacità lavorativa e sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. Lo strumento principale per sconfiggere le malattie cardiovascolari è basato su modelli di prevenzione efficaci costituiti da stili di vita corretti.
LA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE
La strategia di prevenzione cardiovascolare è rappresentata da una serie di interventi volti a:
- prevenzione dello sviluppo dei fattori di rischio cardiovascolare;
- controllo dei valori di principali fattori di rischio nei soggetti in trattamento con farmaci;
- riduzione delle ospedalizzazioni nei soggetti affetti da malattie cardiovascolari croniche;
La prevenzione viene suddivisa in Primaria e Secondaria
I FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio sono delle condizioni che contribuiscono ad aumentare la possibilità di sviluppare patologie a carico del sistema cardiovascolare. Si possono suddividere in modificabili (età, sesso, familiarità) e non modificabili (ipertensione, dislipidemie, glicemia alta, sovrappeso e obesità, sedentarietà, deprivazione di sonno). Tale distinzione è fondamentale perché permette di intervenire prevenendone lo sviluppo o correggerli al fin di ridurre l’aggravamento.
L’ipertensione è un importante fattore di rischio caratterizzata da un aumento stabile della pressione arteriosa oltre un valore di soglia. Si sviluppa quando le pareti delle arterie di grosso calibro perdono la loro elasticità naturale diventando rigide e i vasi sanguigni piu piccoli si restringono. L’ipertensione affatica il cuore, può aumentarne le dimensioni, renderlo meno efficace e favorire l’aterosclerosi, per questo le persone con pressione alta corrono un rischio maggiore di infarti e ictus. In Italia l’ipertensione colpisce il 40-50% della popolazione generale adulta e viene classificata in “essenziale” (senza causa conosciuta) e “secondaria” (con causa conosciuta). L’ipertensione non dà sintomi, quindi l’unico modo per sapere se si è ipertesi è misurare la pressione. Le linee guida europee suggeriscono modalità di automisurazione con periodi di monitoraggio non inferiori alla settimana.
Le dislipidemie rappresentano un fattore di rischio molto importante poiché caratterizzate dall’assenza di sintomi per molto tempo; tuttavia è possibile intervenire con la dieta, con integratori specifici che contribuiscono a mantenere il fisiologico controllo del colesterolo e nei casi più gravi con farmaci. Sono caratterizzate da elevati valori di colesterolo o trigliceridi e da un basso livello di colesterolo HDL. In questo caso una delle conseguenze più comuni e pesanti dell’accumulo dei lipidi nel sangue è l’aterosclerosi. Sono più importanti i livelli dei componenti del profilo lipidico che il valore di colesterolo totale. Il profilo lipidico rileva la concentrazione ematica di particolari grassi o lipidi fondamentali per il corretto funzionamento del nostro sistema cardiovascolare:
- colesterolo totale: lipide essenziale sia assunto con la dieta che sintetizzato nel fegato;
- colesterolo HDL (“buono”): più alto è il suo valore e più si è protetti da un eventuale rischio cardiovascolare perché meno colesterolo si accumulerà a livello delle arterie;
- colesterolo LDL (“cattivo”): la sua circolazione nel sangue deve essere il più bassa possibile;
- trigliceridi: rappresentano la forma con cui il nostro organismo immagazzina i grassi all’interno del tessuto adiposo; vengono introdotti principalmente con l’alimentazione e costituiscono una importante fonte di energia.
I fattori di rischio possono essere condizionati positivamente seguendo delle buone abitudini alimentari associate ad un corretto stile di vita. Alcune regole base da seguire possono essere ridurre i grassi di origine animale, abolire i grassi idrogenati (margarine), ridurre il sale, consumare verdure, ortaggi, legumi, frutta e cereali, privilegiare consumo di pesce almeno 2 volte alla settimana, limitare se non possibile evitare il consumo di bevande zuccherate, eliminare il consumo di snack, merendine e grissini e moderare il consumo di bevande alcoliche. Una traduzione di tutti queste regole la si può trovare nella dieta mediterranea in quanto soddisfa quelli che sono i bisogni del nostro organismo. Il modello prevede elevato consumo di vegetali, frutta, legumi, cereali, pesce, olio di oliva, moderato consumo di alcol e un basso consumo di grassi saturi derivanti da carne rossa, insaccati, burro e formaggi. Il tutto ripatendo gli alimenti proporzionalmente in questo modo: 60% carboidrati, 15% proteina, 10% grassi.
Anche l’attività fisica e uno stile di vita attivo sono tra i più importanti strumenti di prevenzione per la salute.
In tutto questo gioca un ruolo fondamentale anche la qualità del sonno: la riduzione del tempo di sonno è un fattore di rischio per lo sviluppo di ipertensione.
Concludendo, una buona educazione alla prevenzione seguendo poche ma efficaci regole che possano aiutare a controllare i fattori di rischio può rivelarsi utile a ritardare o addirittura in alcuni casi a evitare l’insorgere di malattie cardiovascolari.